Mi chiamo Italo Calvino. Sono nato a Sanremo. Sono tanto nato a Sanremo che sono nato in America, perché mio padre si era trasferito in Messico e poi a Cuba, per la sua professione di agronomo. Nel 1920, a 45 anni, sposa mia madre Eva Mameli, una botanica affermata, la prima docente universitaria donna in quella disciplina in Italia. È molto felice di partire per Cuba, dove io nasco tre anni più tardi.
Volete visitare Sanremo con gli occhi di Italo Calvino? Ecco qui i suoi principali luoghi sanremesi. Il percorso da me ideato per l’università di Genova: da villa Meridiana all’orto di San Giovanni. E in giro per la città, da piazza Nota al cinema Centrale, dal porto antico alla passeggiata Imperatrice, dal casinò alla Pigna. Di seguito due itinerari, uno breve e l’altro più lungo, sul percorso incontrerete dei pannelli con il codice QR. In fondo a questa pagina web, anche un testo che racconta di un incontro immaginario con lo scrittore, al quale diamo del tu.
Qui la notizia sul mio ultimo libro: “Italo Calvino e Sanremo, alla ricerca di una città scomparsa” (il canneto editore).
Tante sono le immagini che mi vengono in mente quando penso a Eva Mameli. Tutte stimolate dalla lettura approfondita dei testi di suo figlio, Italo Calvino. La vedo curva al microscopio, nel laboratorio di villa Meridiana, allora Stazione Sperimentale per la Floricoltura di Sanremo (nella foto in apertura il guardino oggi), che era anche residenza di famiglia. La vedo tra le sue piante, serena, che le accarezza e le odora. Me la immagino china tra i suoi fogli a catalogare le specie vegetali.
Un’ossessione classificatoria che trasmette al figlio scrittore: nei suoi testi Italo è spesso mosso dall’ansia di catalogare il mondo, dopo averlo analizzato attraverso il microscopio della mente.
Ho scritto queste riflessioni su Italo Calvino sul catalogo della mostra Dal fondo dell’opaco io scrivo, Italo Calvino da Sanremo a New York, che ho curato per New York University, nel 1999.
Quelle Lezione americane che Italo Calvino doveva tenere negli Stati Uniti – le Charles Eliot Norton Poetry Lectures – non è riuscito a farle: è morto prima di partire, all’improvviso, nel 1985. Proprio lui che era stato sedotto dall’America e da New York, “la più spettacolare visione che sia data di vedere su questa terra” e che, girovagando per le strade del Greenwich Village, si sentiva newyorkese.
San Romolo e Bajardo, nell’entroterra di Sanremo, due luoghi della mia infanzia. Fondamentali per la mia crescita, da lì è nato il mio amore per la natura e per le case in pietra dei borghi medievali che costellano il Ponente Ligure. Sono venute a trovarmi due amiche, mentre accudivo mia mamma in ospedale, Marta e Geraldina, alla quale è venuto in mente di raccontare questo nostro vagabondare per i monti e il mio rapporto con questi luoghi.
Il giardino di Libereso era un regno incantato. Quando lo andavi a trovare nella villetta a due piani dove abitava con la sua famiglia e quella di suo fratello Germinal, tiravi un sospiro di sollievo: entravi in un mondo magico e tutto intorno spariva.