Da tanto tempo vedevo sulla sinistra quel cartello, quando passavo per andare verso la Val D’Aveto, c’era scritto val Cichero, un nome curioso. La mia immaginazione partiva e non la fermavo più.
Ora siamo finalmente qui per festeggiare il mio compleanno, e ci stiamo inerpicando su per questa strada stretta e piena di curve, sembra di essere entrati in un imbuto. Tutt’a un tratto appare lui maestoso, il Ramaceto, che abbiamo già scalato dall’altra parte, fa parte dell’itinerario dell’Alta Via dei Monti Liguri.
In pochi conoscono questi luoghi remoti, anche se siamo vicini alla costa.
Bisogna rilassarsi
Ed ecco che ci dobbiamo fermare, c’è un piccolo ingorgo, due signori parlottano davanti a una auto ferma nella direzione contraria, dietro di loro il pulmino che fa servizio di linea e davanti a noi un’altra auto che attende. Sono innervosita, sto per aprire la portiera e chiederne la ragione, poi mi accorgo che è l’auto del postino e il signore sta firmando una raccomandata. In tutta calma. Siamo in una valle un po’ fuori dal mondo, con i ritmi rallentati. Slow down, mi dico, che fretta hai?
La vallata è composta da diversi nuclei abitativi sparsi, ma il comune è uno solo: San Colombano di Certenoli.
Dado e Claudia, del Custu Giancu
Si riparte, ad attenderci c’è Dado, che da qualche anno sta mettendo in piedi il suo sogno, insieme alla moglie Claudia. Si chiama Custu Giancu: un bed&breakfast e un’azienda agricola, che produce latte, olio, uova e carne. Stanno ristrutturando un grande casolare in pietra dell’Ottocento, devastato dall’abbandono. Una parte è già pronta, ci soggiornano loro e i graditi ospiti.
La fattoria degli animali
Abitano a Genova, lui si guadagna da vivere come imprenditore, lei come ingegnera, però ce lo dice subito: «Non vedo l’ora di arrivare quassù per stare con le mie mucche cabannine, le mie asine, le galline e i fagiani». È appena arrivato anche lui dalla città, ci fa lasciare le valigie nella stupenda casetta in pietra e ci porta subito a vedere gli animali.
Sapete che non mangio carne, un po’ i vitelli mi fanno pena, ma almeno per qualche mese della loro vita se la godono quassù, altro che allevamenti intensivi. Con Dado, scherziamo sul fatto che ormai gli animali selezionati sono tutti femmine, i maschi vengono eliminati presto perché sono utili solo per le loro carni, ridiamo, poi mi rattristo un po’.
Mi distrae subito Dado che mi indica l’altra parte della valle, alcuni caprioli adulti – molto probabilmente solo femmine – stanno sorvegliando una decina di cuccioli che scorrazzano felici per il prato. Torniamo verso la nostra bella dimora, ci augura buona serata. Mi siedo a rimirare l’oliveto inquadrato nel ritaglio della finestra. È proprio lì davanti a me, su un pianoro. Cosa posso volere di più.
Il tempo non è bello, fa un freddo cane, siamo a gennaio d’altra parte. Vorrei essere lì ora, ormai è primavera, per vedere gli alberi da frutto che fioriscono e gli uccelli che cantano per ogni dove. Essere testimone del risveglio, che ogni anno si ripete regalandoci desideri. Se sappiamo cogliere la bellezza del cambiamento, siamo fortunati, io quest’anno ce la metterò tutta. Ho anche smesso di fumare, più di così.
Scalando sua maestà il monte Ramaceto
Il giorno dopo, sabato il 19 gennaio, è il mio compleanno. Decidiamo di scalare la cima del Ramaceto, è un vero anfiteatro con alle sue pendici i verdi prati, in lieve pendenza, di Cichero. Il tempo non è bello neanche oggi, ma non ci ferma niente e nessuno. Casomai, se arriva la nebbia torniamo indietro. Prima dell’inizio della salita, una bella area di sosta dove si può arrivare anche con l’auto, con panchine tavoli e panorama compreso. Anche i più pigri possono conoscere questa valle sperduta senza poi fare chissà quale fatica. Ci mangiamo due mele e poi gambe in spalla si inizia, passando sotto una simpatica costruzione in legno con su scritto Fo De Driun che indica anche l’AV, cioè Alta Via dei Monti Liguri.
Il Ramaceto è un monte brullo, con rocce dilavate, piccoli torrenti che ne attraversano le vallette, saliamo per un costone ripido, il sentiero è abbastanza ben segnalato.
In cima incontriamo finalmente il magico segnale dell’Alta Via dei Monti Liguri. Un panorama incredibile si apre alla nostra vista non appena siamo in cresta, continuando si arriva alla Cappella del Ramaceto, ma il tempo non butta bene. È meglio fare dietrofront.
Mentre scendiamo comincia a nevicare, niente di preoccupante, ma per fortuna non siamo andati avanti, in montagna è meglio non rischiare, il tempo può peggiorare in un batter d’occhio, anche sulle montagne liguri, che sono così vicine al mare. Poi lui è un monte sacro, sui suoi pendii stanno scoprendo diversi reperti archeologici negli ultimi tempi.
La cena all’agriturismo
Ciliegina sulla torta del mio compleanno, la cena. Ci stanno aspettando all’agriturismo Da O Cason De Larvego. Quando ci si appresta ad andare a mangiare in un posto così sperduto in Liguria, già ci si mette l’anima in pace: saranno scorbutici da morire.
Entriamo in punta di piedi, chissà che qualcuno non inveisca appena varchiamo la porta. Ebbene no, l’ho scritto nel titolo, Val Cichero, dove i liguri sono gentili. Liliana è strepitosa, siamo solo noi – è gennaio e fa freddo freddo – e ci intrattiene tutta la sera, con i suoi deliziosi piatti tipici e poi, sapendo che è il mio compleanno, ci regala una torta, con tanto di candelina. Mai stati così bene, beh sto un po’ esagerando ma un’accoglienza così mai e poi mai me la sarei aspettata. Mangiamo a più non posso e ci viene presentato un conto di € 36, perché io non mangio carne, ma mi sono sbafata ravioli e gustose torte di verdura. Caro vero?
Ci aveva segnalato l’agriturismo anche Daniele, che abbiamo conosciuto a Saint Gree di Viola, e che ha una magnifica casetta qui vicino. Gestisce anche la pagina Facebook della Val Cichero.
Una bella famiglia
È già domenica purtroppo, ce la prendiamo con calma, la mattina facciamo colazione, giriamo per l’ampia proprietà di Claudia e Dado, che a una certa ora arrivano con i bambini. Sono stati al mercato di Chiavari e hanno comprato delle piante di limone e agrumi vari, vogliono piantarle nel terreno a primavera.
I partigiani della Val Cichero
Nel pomeriggio andiamo a farci un altro bel giro, incontrando un casolare abbandonato e pieno di rovi che racconta una storia antica, ma viva nei cuori dei valligiani. Questo c’è scritto sulla targa affianco dell’entrata impraticabile: “Croce al valor militare al Comune di San Colombano Certenoli. Primo fra i comuni liguri, sorgeva l’8 Settembre 1943 a difesa della libertà, ospitando e proteggendo la Resistenza che si stava organizzando in Val Cichero. Fulgido esempio di stretta collaborazione fra Popolazione e Partigiani; pagava il suo eroismo con l’incendio della vallata di Cichero il 19 Luglio 1944 e con le fucilazioni di Calvari, San Colombano, Gnorecco. San Colombano Certenoli 8 Settembre 1943 – Aprile 1945″.
Non sarebbe una cattiva idea ripulire un po’ questo casone, agli abitanti della valle sono state incendiate le case, molti sono stati fucilati, è la nostra storia no?
È andato tutto come desideravo
Di pomeriggio, con il mio compagno, decidiamo di prendere il Ramaceto dal suo lato destro, qualche raggio di sole ci rallegra, fa sempre freddo, ma ora si sta aprendo la visuale sulla costa ed è tutto così come avevo desiderato. A parte la mosca al naso che mi fanno saltare un’antenna e dei fili che tagliano in due la valle, ma una volta oltrepassata ci siamo solo noi e sua maestà il monte Ramaceto, che sembra dirci, ho cacciato via le nuvole, ve lo siete meritati di vedermi tutto intero nella mia bellezza, sono tre giorni che mi arrancate intorno e vi siete pure beccati neve e nebbia. Buon compleanno Laura, ti aspetto presto e mi raccomando però non scrivere uno “spunto” su queste giornate, che “maniman” a qualcuno viene in mente di disturbarmi anche d’inverno, quando invece me ne voglio stare in pace a riposare.
Accidenti mi spiace, ma proprio non ce l’ho fatta a non parlare di questa valle, mi ha stregata.
—
Aggiornamento di Claudia e Dado del Custu Giancu di giugno 2020
«Abbiamo allargato l’allevamento anche alle vacche grigio alpine e abbiamo avviato la produzione di zafferano con grande soddisfazione.
In questo momento post-lock down, anche tanti genovesi stanno scoprendo la Val Cichero e stiamo avendo un grande riscontro dagli ospiti italiani che si stanno finalmente guardando intorno e non per forza programmano vacanze lontani da casa. Fino all’anno scorso i nostri clienti per i soggiorni erano al 90% stranieri, pure da San Pietroburgo sono arrivati.
Abbiamo anche organizzato un evento yoga e siamo sempre alla ricerca di cose nuove. In cantiere anche un piccolo progetto teatro all’aperto».
—
Se vuoi, contattami o -per seguire i miei articoli- iscriviti al mio gruppo su Facebook
Comments are closed.