Non c’è tempo nella vita per essere tristi, è troppo corta. Basta credere in qualcosa e lasciarsi andare. Sono tante le cose a cui tengo e se mi prendono momenti di sconforto, so che poi passerà. Chi mi segue da tempo ormai sa che tra le mie fisse ci sono la natura, il trekking, la solidarietà, l’eco-sostenibilità, l’amicizia, un buona cena in compagnia. Ecco l’Alta Via dei Monti Liguri riassume un po’ tutto ciò.

Ora vi racconto questa bella storia. Negli ultimi anni ho scritto spesso articoli sulla Liguria e le sue meravigliose montagne. Mi sono iscritta a diversi gruppi Facebook, tra cui L’altra Via dei Monti Liguri e altri itinerari. Sono entrata in contatto con centinaia di persone, ma in particolare con tre:

  • Salvatore Marino, amministratore del gruppo L’Alta Via dei Monti liguri a tappe, un uomo dolce che vive a Isolabona, tra Pigna e Dolceacqua, – il mio paesaggio originario – coltiva gli olivi e produce il suo olio, anche se lavora in Francia in tutt’altro settore;
  • Enrico Bottino, genovese, grande camminatore, anche lui scrive per mestiere e a differenza di me, che parlo un po’ di tutto, è specializzato nel settore. Sempre in movimento anche lui, ma il gruppo con cui scala le montagne si chiama I semprefermi. Purtroppo non è riuscito a venire, perché impegnato in altra gita, organizzata da tempo, ma si è scusato pubblicamente;
  • Maurizio Brigatti, un inesorabile mattacchione, un burlone impunito. Oltre che essere tra gli amministratori del gruppo Quelli che amano mare e monti del Levante Ligure ne ha aperto un altro TreKKing KomiK, dove riversa di continuo il suo buonumore.

Salvatore un bel giorno decide che dobbiamo conoscerci e si inventa una giornata di trekking sulla ventesima tappa dell’Alta Via e ne affida l’organizzazione a una persona come Alessandro Molinelli di Trekking Liguria, competente e coinvolgente accompagnatore regionale escursionistico. E invita Enrico, Maurizio e me. Un’occasione ghiotta per conoscersi di persona, dopo anni che ci commentiamo a vicenda. Alla gita si iscrivono una trentina di persone.

La ventesima tappa parte dal Rifugio di Prato Rotondo (1110 m), percorre lo spartiacque, tocca cima Frattin (1145 m), costeggia la conca umida di Cian Fretto, sfiora il Monte Rama (1148 m). Dopo le praterie del Giassu del Cane, la cima dell’Argentea (1086 m), il Passo Vaccheria e il Monte Reixa la tappa termina al Passo del Faiallo (1061 m), anche qui c’è un rifugio.

Uno dei percorsi più belli dell’Alta Via, ti trovi a camminare in bilico sulla cresta che divide il mar Mediterraneo dalla Pianura Padana e in una bella giornata vedi davvero tutto il mondo, fino a dove finisce. Sono 19 chilometri andata e ritorno con 500 metri di dislivello, spalmati bene. La vita è piena di combinazioni, basta starci attenti, basta lasciarsi intrigare dal fatto di essere vivi.

Da dove ho cominciato a percorrere l’Alta Via? Proprio dal Faiallo. Scrivevo nel 2010: “Una domenica di settembre – era il 2008 – stavamo progettando di andare per l’ennesima volta a Righi e poi al Forte Diamante, e il mio compagno se ne esce: «Perché non andiamo al Faiallo?». C’eravamo passati da poco per andare a trovare la mitica Camilla, una nostra amica scrittrice, al Tiglieto. Ecco mi bastava quel là. Mi sono gettata a corpo morto sullo scaffale della libreria, dove giacciono da anni libri zeppi di percorsi e itinerari liguri e, come un generale d’esperienza, ho squadernato davanti a me mappe e cartine, e ho deciso il piano di battaglia. Ad un tratto una grande scoperta: dal Faiallo passava la mitica Alta Via”.

Ritornarci dopo aver percorso decine di tappe è stata una festa grande.

Al Rifugio Argentea chi abbiamo incontrato? Andrea Parodi, la sua guida L’Alta Via dei Monti Liguri e i principali sentieri ad essa collegati  è la mia Bibbia. Me l’ha regalata una cara amica, Roberta Richino, anni fa. Una benedizione.

Ci siamo fatti fotografare con Parodi, ligure vero, personaggio schivo, ma stai sicuro che leggendo le sue guide non sbagli mai un sentiero, mai. Mi è venuto una volta a trovare in redazione, gli ho telefonato quando avevo dei dubbi sui percorsi, ma incontrarlo in questa occasione è stato davvero speciale.

Erano anni che volevo fermarmi a dormire al rifugio di Prato Rotondo. E l’ho fatto. Mi sono addormentata con il cielo sgombro e la luna nascente, laggiù le luci pungenti di Genova, Arenzano e Varazze e mi sono svegliata in mezzo alla nebbia, in un altro mondo e in un altro tempo.

La gente che sceglie di andare in montagna è bella gente. Mi sono portata a casa visi stanchi, dopo la camminata, con uno sguardo empatico, nonché l’olio extravergine di Salvatore, una maglietta dell’Alta Via che mi ha regalato Claudio Simonetti dell’Associazione Ospitalità Alta Via dei Monti Liguri: la metterò per tutta l’estate. Lo andrò a trovare presto a Passo delle Bocchetta, dove ha un Bed and Breakfast. Non sono riuscita a conoscere tutti, ma ricordo in particolare Eleonora Gnudi e Francesco Casagrande.

E poi una di noi ha preso una storta, e la solidarietà di tutto il gruppo non è mancata in nessun momento. In 18 ci siamo fermati a mangiare al rifugio per condividere gli ultimi momenti. Prima avevo degli amici solo virtuali, ora li ho visti in carne e ossa. Gente speciale quella che si arrampica su per le montagne senza agonismo, ma per essere un po’ più vicino a questo cielo, che sembra non darci più risposte.

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4 Comments

  1. ciao Laura, sono Cesare, uno dei due papà testardi alla Willie Coyote (l’altro è Manuele Vecchi) dei Girigiritondi. Grazie per questo grande amore per la “nostra” Alta Via. Al riguardo, mi permetto segnalarti un evento sportivo che credo possa interessarti: si tratta dell’Alvi trail, organizzata da Luciano Bongiovanni e Roberto Giordano. E’ una gara davvero affascinante che percorre a tappe, da Dolceacqua a Portovenere, tutto l’itinerario. Si svolgerà a giugno e, secondo me, vale proprio la pena promuoverla; chissà che un domani non possa diventare una manifestazione di grande prestigio con l’Ultra Trail du Mont Blanc, o il Tor des Géants. Un caro saluto.

    • Laura Guglielmi Reply

      Grazie Cesare. Conosco l’Alvitrail, ma grazie della segnalazione. Spero di poter esserci, non a correre però, ma per scriverci uno spunto. Tenetemi informata. Poi bello “Girigiritondi”, complimenti.

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