Terminati i lavori del nuovo tratto di pista ciclabile di San Lorenzo al Mare. Da sabato 22 aprile 2023 una lunga ciclovia collegherà Ospedaletti a Imperia, passando per Sanremo, Arma di Taggia, Riva Ligure, Santo Stefano e San Lorenzo al Mare, un tratto di oltre 28 chilometri.
Il nostro giro sulla pista ciclabile inizia sotto un buon auspicio, nuvole ogni tanto coprono il sole. Quindi la possiamo fotografare fin nell’intimo senza troppa gente intorno. Le foto le ho fatte quasi tutte pedalando in bicicletta. Quasi cinquanta chilometri da Ospedaletti e Sanremo, fino a San Lorenzo al Mare più ritorno. A breve farò anche il tratto inaugurato nel 2022, l’estate scorsa, da San Lorenzo al mare a Borgo Prino.
Sanremo, Italo Calvino e la speculazione edilizia
Tutti sappiamo che il paesaggio della Riviera, dagli anni Cinquanta in poi, è stato aggredito dal cemento, dalla furia della scure. Tant’è che una penna come quella di Italo Calvino, nella Speculazione edilizia, denuncia il malaffare dei liguri nel Dopoguerra. Quel romanzo comincia con il giovane Quinto che, ritornando a casa sua a Sanremo – siamo negli anni Cinquanta – dal finestrino del treno vede innalzarsi nuovi condomini come fossero funghi.
Dove una volta c’era la ferrovia, ora c’è la cicliabile
Ebbene quella linea ferroviaria ora non esiste più, il tracciato ferroviario è stato spostato a monte. E al posto dei binari ora fa bella figura di sé la pista ciclabile, tra le più lunghe d’Europa. È un vero miracolo poter pedalare per ben ben 24 di chilometri, da Ospedaletti a San Lorenzo al Mare. E poi, dopo aver attraversato la strada pedonale all’interno del nuovo porto turistico, una volta arrivati sull’Aurelia – attenzione che le auto sfrecciano all’impazzata – percorrere duecento metri, e salire sulla destra per una strada sterrata che sfocia sulla ciclabile che arriva fino a Imperia, Borgo Prino. È un vero miracolo che una volta tolti i binari, non siano apparsi altri funghi molesti.
Si può affittare la bicicletta a Sanremo, Ospedaletti, ad Arma di Taggia, a Riva Ligure o a Santo Stefano. oppure a Imperia e a San Lorenzo al mare. Io comincio sempre da Sanremo, al Sud Est, vicino a villa Ormond. Si può anche percorrerla con i pattini ai piedi, come mi suggerisce l’amico Walter Pettorossi.
Mi sono trovata meglio che in California e in Svezia
Negli ultimi anni ho affittato la bici a Santa Monica in California, il ragazzo era molto scortese, la bici non eccezionale, e vabbè, la costa californiana un po’ più magica lo è. Se dovessi dare un voto quel servizio, lo voterei quattro e mezzo. Un’altra volta in Svezia, a Fårö, l’isola di Ingmar Bergman: paesaggio fantastico, lo scenario di molti suoi film, peccato che una delle due bici ci ha fatto penare da matti: si sudava anche in discesa (voto quattro). Tutto questo a Sanremo non per ora non mi è accaduto (voto otto).
Aspetti inediti della mia Sanremo
Io sono nata e cresciuta a Sanremo, quindi quel territorio lo conosco benissimo, ebbene ogni volta pedalando riesco ad avere visioni inconsuete di un paesaggio così tanto familiare. Scopro particolari che non mi era dato osservare, scivolando via con il treno.
Parto dal Sud Est dunque, un toponimo che ha accompagnato la mia crescita, lì c’era un minigolf. Punto il manubrio della bicicletta verso Arma di Taggia. Appena due pedalate ed ecco sulla destra il cancello del vecchio asilo Montessori – quante volte in treno spiavo quel giardino – un piccolo parco odoroso di pitosfori – con il mare lì a due passi. La villetta c’è ancora, il mare no, l’hanno rubato una quarantina di anni fa, per costruire l’incompiuto Portosole. Mi ci arrampicavo sempre su quei pitosfori, con la maestra che me ne urlava di tutte perché mi si vedevano le mutandine. Ma dico io, cosa aveva in testa mia madre? La gonna all’asilo? Oppure cosa aveva in testa quella maliziosa della maestra?
Sulla sinistra, proprio di fronte, vicino a villa Nobel, la casa dove sono nata, sì perché sono nata in casa mentre mio padre si ubriacava con il ginecologo. Nel frattempo, l’ostetrica sudava con mia madre. Intravedo la balaustra, dove a tre anni ho infilato la testa e non riuscivo più a toglierla. Che incubo.
C’è addirittura un semaforo
Non ti sembra di essere in Italia pedalando su questa pista ciclabile, c’è addirittura un semaforo per le bici, poi le panchine per la sosta, le fontanelle per bere l’acqua. E i parcheggi sparsi sul territorio. Lungo la pista non solo ciclisti, ma anche persone che camminano o pattinano. E poi gli odori, sì gli odori. Le piante, i fiori che in primavera colorano ogni angolo, i pini marittimi, le palme, le agavi e i fichi d’India, le buganvillea e gli alberi di limoni.
Incontriamo una coppia di francesi con il cavallo
Non capita tutti i giorni ma è capitato. Una coppia di francesi, in giro da tre mesi, con un cavallo e un cane, che mi hanno fermato per chiedermi dove potevano passare la notte. Con un cavallo a Sanremo? Chissà che fine hanno fatto. (vedi fotogallery)
Quanto mare quanto verde ma quante villette
Le villette, che un tempo si affacciavano sui binari, ora hanno conquistato il posto in prima fila. Invece che il rumore del treno, ora solo il brontolio del mare, le voci dei passanti, il fruscio delle bici. Però, però, però dopo i magnifici orti sulla piana di Arma, si disperdono gli odori e cominciano i dolori. Se ormai della bruttura di certi palazzi di Arma degli anni Cinquanta e Sessanta ce ne siamo fatti una ragione, non è così per la speculazione a Santo Stefano, il famoso scandalo Teardo, dei primi anni Ottanta. Condomini padani che invadono le colline come dei soldati allo sbando in fuga dall’esercito nemico. Fanno a gara tra loro per qual è il più brutto.
Un’altra cosa che non va: a destra di ogni corsia c’è lo spazio per chi cammina e chi fa footing: purtroppo spesso c’è chi invade il territorio altrui e ci sono stati alcuni incidenti, accidenti siamo italiani. Suvvia, cacciamo via i brutti pensieri, concentriamoci su questa miracolosa pista ciclabile, sul colore della vegetazione e sul mare lì proprio lì sotto.
Vado a salutare nonna Lina
Sto pedalando e cerco di frugare con lo sguardo in ogni angolo. Ecco che su per una stradina a sinistra, intravedo il piccolo cimitero di Riva Ligure, dove è sepolta mia nonna. Lo stavo cercando da anni, ma passando sull’Aurelia in macchina non lo trovavo mai. Magia del procedere lento. Slow food, slow fish, slow living. Un altro piccolissimo miracolo nel miracolo, sono anni che volevo salutare la nonna, l’unica che me le perdonava tutte.
«Sono quasi vent’anni che non ti vengo a trovare nonna, anche se tutte le mattine guardo il dipinto che ti ritrae sulla parete di fronte al letto», le dico, «ma come sai di sicuro non vivo più qui da tanto», la avverto quasi a farmi perdonare.
«Ti ricordi nonna, che mi raccontavi che già ai tempi di tua nonna si parlava di spostare la ferrovia a monte? Lo hanno fatto sai, forse qualcuno te lo ha già detto. E ora c’è una magnifica pista ciclabile. Ed è per questo che sono riuscita a rintracciarti». Abbandono questo cimitero sepolto nel verde, ciao nonna, son felice di averti ritrovata.
Questa è stata la mia prima volta sulla mitica pista ciclabile, più dieci anni fa. Ora non c’è volta che non vada a Sanremo e che non passi dal Sud Est, affitti la bici e me ne parta per un viaggio indietro nel tempo. Con il mare rigorosamente sulla destra e i pini marittimi sulla sinistra. Ma non è necessario avere dei ricordi per godere pedalando da Sanremo a Imperia alla scoperta di un miracolo italiano. Magari è anche meglio.
Versione aggiornata dell’articolo pubblicato per la prima volta il 20 maggio 2010 su mentelocale.it
Leggete anche l’articolo sulla ciclopedonale Framura-Levanto
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