Dove c’erano una volta i binari, ora c’è la pista ciclo-pedonale Maremonti. Succede nel Levante ligure, ma anche a Ponente. Tra Framura e Levanto, e tra Ospedaletti e San Lorenzo al Mare. Mi sembra una cosa straordinaria che le linee ferroviarie dismesse vengano riconvertite in piste ciclo-pedonali, soprattutto se sono a picco sul mare. Quasi un sogno, in un Paese dove spesso le cose non vanno per il verso giusto.

Framura-Bonassola-Levanto, tre luoghi straordinari vicini tra loro e a ridosso delle Cinque Terre. Però prima della costruzione della pista ciclo-pedonale Maremonti, erano isolati l’uno dall’altro e raggiungibili solo via mare o a piedi per i sentieri dell’immediato entroterra. Se si pensa che ancora oggi per andare in auto da Levanto a Framura si deve fare il giro del mondo. Sono ancora tagliati fuori dal tramestio contemporaneo. Una cosa rara in Liguria.
La pista in asfalto, ben segnalata e pianeggiante, è lunga 5.57 km. Il percorso è per la maggior parte all’interno delle gallerie restaurate e ben illuminate. Ciò che colpisce di più sono le aperture verso le rocce e il mare, pochi metri lì sotto. Come ad esempio nel tratto del Resort La Francesca oppure a Bonassola, dove la pista è tutta all’aperto. Lungo il tragitto è possibile raggiungere delle spiaggette, che prima dell’apertura della Maremonti erano inaccessibili.
Il primo tratto tra Levanto e Bonassola, è stato inaugurato nel 2010 e nel 2011 sono stati finiti i lavori tra Bonassola e Framura. Si spera che presto vengano aperti i percorsi tra Framura e Deiva e tra Levanto e Monterosso. Bisogna vivere anche di sogni e questo lo è.

Il Resort la Francesca e il rumore del treno

«Ricordo che fino a cinquant’anni fa il treno passava ancora qui sotto – mi racconta Marco De Poli, proprietario del Resort La Francesca, un’oasi di verde a precipizio sul mare. E proprio lì sotto c’è un tratto all’aperto della nuova ciclo-pedonale, a sinistra si va a Levanto e a destra a Bonassola.
«Passavano più di centro treni al giorno (stiamo parlando della linea Torino-Genova-Roma: la seconda d’Italia), esclusi i merci. Si sentivano soprattutto di notte, quando cessavano i rumori e il cinguettio degli uccelli.
Un amico ferroviere veniva spesso a trovarci passando dentro la galleria che viene da Levanto, calcolando l’orario tra un treno e l’altro. Portava con sé una torcia elettrica antidiluviana. Era super proibito, ma lui lo faceva lo stesso. Noi, invece, al massimo ci spingevamo fino al vecchio casello, ancora oggi abbandonato.
Andavamo anche a raccogliere i vassoi di plastica dei passeggeri che, con scarsa coscienza ecologica, li lanciavano dal finestrino delle carrozze ristorante. Poi la ferrovia è stata spostata a monte e per 40 anni l’oblio. Spesso percorrevamo le gallerie con la torcia, evitando buche e pozzanghere. Infine la gloriosa rinascita con la ciclo-pedonale, una meraviglia inaspettata, ma tanto comoda!»

Pista ciclabile a Sanremo

A Sanremo la nuova ferrovia a monte è più recente e da piccola sono cresciuta con il rumore del treno che mi perforava le orecchie all’asilo, nella casa dove sono nata, al minigolf, oppure quando andavamo a fare una passeggiata al porto. Per questo mi affascina attraversare questi luoghi, ora, in bicicletta.

La linea ferroviaria Genova – La Spezia

La linea ferroviaria tra Genova e La Spezia è stata inaugurata nel 1860. Piera Gandolfi, assessora alla cultura di Bonassola, ricorda che sua nonna le raccontava di aver visto, nel 1926, la bara della Regina Margherita, morta a Bordighera, in viaggio verso Roma con il treno: un ultimo saluto ai sudditi. Poi la ferrovia è stata trasferita a monte nel 1971. Si è deciso di spostarla per le frane, ma soprattutto perché aveva un binario solo.

Gli itinerari per ciclisti

Mi scrive Cesare Lombardo, autore del bel libro, insieme a Manuele VecchiGirigiritondi bimbi in gita su per i monti: “Per i più allenati ecco il mio suggerimento.
Variante 1: partenza da Framura, ciclabile sino a Levanto, salita su provinciale 64 sino a località “La Baracca”, passo del Bracco, bivio per Deiva Marina, discesa con saliscendi vari sino al rientro a Framura.
Variante 2: l’esatto contrario partendo da Levanto e percorrendo la ciclabile sino a Framura. È particolarmente suggestivo attraversare in bici le frazioni di Framura (Anzo, Setta, Costa): prendetevi tempo per ammirare il panorama dalle balconate che si aprono curva dopo curva.
Al termine della gita suggerisco Focacceria da Marisa Antica Liguria, a Bonassola. Si vede dalla ciclabile: poco oltre il sagrato della chiesa”.

La focaccia di Marisa

Anche Monica Gatti si ricorda di questa focaccia insuperabile: “Da studentessa, alla fine degli anni Settanta, soggiornavo a Bonassola, facendo la baby-sitter. Al mattino presto quando Chiara la bellissima bimba di cui mi occupavo si svegliava, andavamo subito a comprare la focaccia per tutta la famiglia. Lei la chiamava la focaccia con i laghetti perché aveva dei bellissimi e golosissimi laghetti d’olio”.

La nuova pista aggrega le persone dei tre paesi

«C’è un continuo via vai in bicicletta tra i nostri paesi. La pista ciclo-pedonale Maremonti – spiega Piera Gandolfi – ha messo in contatto persone che prima non si conoscevano. Non è solo utile per il turismo, ma anche per la socialità tra chi abita a Framura, Bonassola e Levanto. Ora la gente si saluta e si conosce. A una certa ora i treni non ci sono più e allora ci si muove in bici».

Sono anni che frequento queste zone. La mia prima volta, una settimana vicino a Montaretto, sopra Bonassola, quando gli scrittori Iaia Caputo e Bruno Arpaia avevano fatto di questi luoghi il loro buen retiro, per poi tornarsene a Milano.

Le suggestioni di Eugenio Montale

È stato Eugenio Montale a farmi innamorare di questi posti, spesso nelle sue prose ricordava il tratto di ferrovia tra Genova e Monterosso. Un tratto tutto gallerie, appunto, ma con squarci di luce che, per un attimo, regalano la vista di un paesaggio inaccessibile e selvaggio.

Così, scrive il poeta ne La casa delle due palme, un racconto autobiografico:

La locomotiva rallentò con un lungo sibilo, al buio della galleria successe il chiaro e con uno scossone il convoglio si fermò. (…) La stazione era piccola e posta tra la spaccatura di due gallerie, in faccia ad uno strapiombo di vigneti e di rocce”.

Queste sensazioni le si può rivivere ancora oggi inforcando la bici o indossando le scarpe da ginnastica. Non sempre tutto è perduto. Qualcosa, come il vino buono, con il tempo migliora.

La foto sull’homepage è di Ilaria Ferti e la foto d’apertura scattata in zona Vallesanta è di Luciana Colombo (da Facebook, La pista ciclopedonale Maremonti, tra Levanto, Bonassola e Framura)

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Pubblicato nel 2016

 

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