C’è chi non lo sopporta, ma a me non dispiace per niente!
Amo guardare al passato, perché fa parte del mio presente. Non sono ossessiva, però sapere che qualcosa di mio è rimasto nel cuore di qualcuno mi dà forza, così come ritrovare persone che hanno attraversato la mia strada nell’infanzia e nell’adolescenza.
Ecco, Facebook sta rovinando la vita a molti giornalisti, sta distruggendo il giornalismo a dire il vero. Ma il motivo per cui è stato inventato da uno studente brufoloso e solitario, cioè tenere in contatto i compagni di scuola e università tra di loro, vale ancora.
Così, mentre una mia ex compagna di scuola, Claudia, con la quale sono di nuovo in contatto grazie al brufoloso, domenica mi faceva un trattamento Reiki, mi è venuto in mente di raccontare alcuni di questi incontri. Sarà successo anche a voi. E in tanti sicuramente avrete evitato.
E correndo mi incontrò lungo le scale, quasi nulla mi sembrò cambiato in lei,
la tristezza poi ci avvolse come miele per il tempo scivolato su noi due.
Il sole che calava già rosseggiava la città
già nostra e ora straniera e incredibile e fredda:
come un istante “deja vu”, ombra della gioventù, ci circondava la nebbia.
No, non è questo lo spirito con cui racconterò le mie carrambate, ho amato questa canzone di Guccini da morire, ma ora sono ben fuori dalla tormentata adolescenza.
Giacomo, il fidanzatino delle elementari.
Ebbene, il primo è stato Giacomo, uno dei miei fidanzatini delle elementari. L’ho rivisto a Milano, direi una decina di anni fa. Mi sono fatta accompagnare dal mio compagno, chissà chi avrei trovato. Ma appena l’ho visto, mi sono lanciata verso di lui per salutarlo con calore. E il mio compagno ha capito che era tutto ok e si è incamminato verso i suoi appuntamenti.
Siamo andati a mangiare nei meravigliosi giardini di via Palestro. Un panino in due, mangio sempre poco a mezzogiorno. E mi è venuto in mente come alle elementari fossi bulimica. E lui anoressico. Bella coppia.
In pratica mentre lui a tavola chiacchierava animatamente con gli altri bambini, lasciando la forchetta in aria con una piccola fetta di bistecca impanata, io mi sporgevo e l’afferravo. Lui non si accorgeva di niente e ne tagliava un’altra. È stato bello rivederlo, lavoriamo più o meno nell’ambito della cultura e del multimediale tutti e due. E adesso mangiamo entrambi con moderazione.
Milena e le telefonate hot.
Milena l’ho incontrata per caso sette-otto anni fa una sera nei vicoli dell’Alfama di Lisbona, un quartiere che si tuffa verso il mare, poi Facebook ha fatto il resto. Alle elementari ci eravamo inventate – o se lo era inventato lei non mi ricordo – di telefonare a dei perfetti sconosciuti trovati sull’elenco, per vedere come reagivano. Una volta abbiamo intercettato un pittore e abbiamo cominciato a far finta di essere mia sorella, di otto anni più grande e una gran bella ragazza. Una volta parlavo io, una volta lei, ma sussurrando. Non vi dico l’ansia quando lo sconosciuto pittore si è palesato per una mostra nei locali gestiti da mio papà e ha conosciuto mia sorella. Milena e io eravamo terrorizzate. Non l’ho passata liscia. Mi è toccato raccontarle tutto.
Ebbene con Milena abbiamo incontrato qualche altra compagna di scuola, abbiamo fatto qualche gita, e una cena a casa di un regista genovese della vecchia guardia. Insomma ci teniamo in contatto.
Gabriella, l’amica del cuore.
E Gabriella, l’amica del cuore delle medie? In realtà mi aveva contattato scrivendomi una lettera, come ai vecchi tempi, nel 2004, dopo un’intervista che mi avevano fatto su France 2. Lei vive in Francia. Ci eravamo incontrare prima di Facebook, era bella come allora. Però il brufoloso ci ha aiutate a tenerci in contatto. E non vi dico quanto sono contenta quando se ne spunta con un commento ai miei articoli o una battuta su una mia foto.
Walter, un uomo dal cuore grande.
Poi Walter, compagno di banco per qualche mese negli ultimi anni del Liceo, chiaramente in fondo all’aula. Era un tipo con un cuore grande, io una continua tempesta con qualche raggio di sole. È spuntato da poco tempo, e partecipa sempre su ai miei dolori e alle mie conquiste su Facebook.
Spesso mi manda dei fotomontaggi. II più bello: mentre mi arrampico sulle campate del Golden Bridge. Il più emotivo: dove sorvolo i tetti di Genova a bordo di una mongolfiera. È capitato quando ho scritto il mio “Addio a mentelocale”, la testata on line che ho diretto per 17 anni. L’ho sentito partecipe. Ebbene, non l’ho più rivisto dal Liceo, ci siamo solo sentiti per telefono, ma sono felice di sapere che c’è e che si è costruito una vita serena, con una compagna che ama e rispetta.
Kathy, la mia amichetta irlandese.
Oppure Kathy, la mia amichetta del cuore irlandese, l’ho conosciuta perché lavoravamo entrambe a Londra al Saint James Hotel, che ospitava persone come Spielberg o Robert De Niro. Anzi tutta la pellicola di Indiana Jones era custodita in una stanza dell’albergo. Ha saputo che mi sposavo leggendo su Facebook e, come regalo, mi ha invitato per venti giorni a Wexford, nel suo B&B. Una vacanza perfetta. Che bello rivederla, bella come sempre, bello il marito, bella la figliola. E bella la mia Irlanda, dove ho vissuto per quasi un anno e dove ho scritto la mia tesi di laurea.
Chicca, candidata alle elezioni
Ora devo parlarvi di Chicca, lei è un aggancio recente. Di un mese fa. Abbiamo fatto le elementari e il liceo assieme. Ogni tanto la cercavo, sapevo che si era laureata in informatica, ma sul web di lei quasi niente o solo qualche labile traccia. Una mattina, mentre lavoravo, ecco che spunta una sua richiesta d’amicizia. Finalmente! Mi voleva avvisare che era candidata alle elezioni e che veniva a Genova. Si è fermata un giorno e una notte da me, e abbiamo carrambato tutto il tempo. Trent’anni che non ci si vedeva. L’ultima volta l’avevo incontrata per caso a Edimburgo, lei era in fuga da un molestatore e io lavoravo all’ostello, in fuga dall’Italia.
Visto come stanno andando le cose, perché sono tornata? Beh, questo argomento me lo tengo per un prossimo spunto.
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