Ci siete mai stati nel Parco della Villa Duchessa di Galliera?

L’occasione ghiotta è a luglio, potete vistare il parco nel pomeriggio e poi andare a teatro, una piccola bomboniera, il più antico della città, in occasione degli spettacoli del teatro della Tosse. Ben quattro spettacoli a data unica:  Faustbuch (27 giugno), Non c’è limite Al peggio (28 giugno), Rosaspina (7 luglio) e Astolfo sulla luna (14 luglio).

Oppure godervi all’aperto lo spettacolo itinerante Pinocchio Circus (dal 4 al 13 luglio – domenica e lunedì riposo). Info dettagliate.

In generale, però, quando fa caldo da morire e le spiagge sono affollate, un consiglio: godetevi almeno per una giornata gli splendidi parchi genovesi, con i bambini, nipoti o figli che siano, oppure anche in coppia, con amici o da soli. Sono tornata dopo tanti anni a villa Duchessa di Galliera, (Voltri), e a villa Durazzo Pallavini (Pegli), uno spettacolo incredibile, anche perché con il teatro hanno a che fare entrambe.

Oggi vi consiglio di guardare le 21 immagini in alto, scorrendo verso destra prima di continuare a leggere.

Negli ultimi anni, le tempeste che si sono abbattute sulla città hanno sradicato tanti alberi del parco di villa Duchessa di Galliera, compromettendone la fruizione. Però i viali stanno riaprendo poco per volta.

Il 7 aprile del 2019 è uscita la comunicazione che si possono di nuovo raggiungere Il Castello del Belvedere con le grotte e le cascate artificiali, il Belvedere dei Givi, l’area dei daini e delle caprette tibetane, il Santuario di Nostra Signora delle Grazie. È un percorso magico: è bello attraversare i territori e sentire sussurrare il passato, magari immaginare la Duchessa di Galliera, di ritorno da Parigi dove viveva, mentre si arrampica su per i boschetti.

18 chilometri di viali

Il sito web del Parco che andrebbe incrementato ci spiega:  32 ettari e 18 chilometri di viali. Parco del XVIII secolo voluto dalla potente famiglia dei Brignole-Sale, ha ospitato nobili e ambascerie dai regni europei. Un grande giardino all’italiana, un teatro-bomboniera del 1785, un bosco romantico, un castello con grotte e cascate artificiali, ulivi, daini, caprette tibetane e un anticosantuario realizzati su una collina che domina Voltri ed il Mar Ligure fra Genova e Savona.

Arricchendo le informazioni del sito, gestito da volontari, con quelle di wikipedia ci si può inventare il proprio percorso, io vi racconterò il mio.

Villa Duchessa di Galliera, come l’ho vista io

A parte i tanti lavori di manutenzione che andrebbero fatti o finiti, piante che dovrebbero essere curate meglio, è un posto incantevole. Davvero!  Incominciamo l’itinerario, salendo su per via Santuario delle Grazie, dopo aver posteggiato in uno dei parcheggi vicino all’Aurelia. Mi raccomando non cercate di andare in auto fino al parco.

Il giardino all’italiana

Attraversiamo il cancello e poco più in là una grotta e la scalinata che sale verso il giardino all’italiana, che per fortuna ha riaperto, sormontato dal palazzo che si staglia nel cielo che acceca. C’è poca gente in giro anche se è domenica e questo mi stupisce e mi dispiace. Qualche bambino, qualche nonno, qualche coppia. Un fotografo e un’improbabile modella che si rotola sull’erba.

Vegetazione mediterranea, uliveti e l’autostrada che fa da sfondo

Ebbene passata la villa, sorpassiamo il teatro ed entriamo nella Divina Commedia di Dante. Un viale contornato da alberi, anche se sotto passa l’autostrada. Provo ad immaginare come doveva essere questo luogo solo un secolo fa. Orti, ville e giardini tutt’intorno. Silenzio, solo il cinguettare degli uccelli. Ora invece il rombare di auto, pullman e camion. Ma il verde fa da barriera e mi fa dimenticare il fracasso che un po’ si attenua, poi riprende. Ci arrampichiamo su fino alla valletta dei daini, incontrando muretti a secco, e uliveti mischiati alla vegetazione mediterranea. Poi le case coloniche.

La valletta dei daini e poi le caprette tibetane

Eccoli lì questi stupendi animali, tutte le volte che li incontro nei boschi scappano a zampe levate. Eccoli lì i daini, dietro al recinto, cerco di fotografarli nonostante la rete che ci divide. Saranno una trentina o forse più sdraiati sul grande prato, uno sta correndo giù verso il basso, non si capisce cosa gli stia passando per la testa. Se ti avvicini al recinto lo fanno anche loro, sperando in un po’ di cibo, ma io non ne ho.

E così un bambino mi insegna a dar loro un po’ di erbetta fresca, quella all’interno è tutta secca. Sembrano gradire e si avvicinano, mangiano a quattro palmenti e io riesco a fotografarli. È tardi e li lascio malvolentieri, ma voglio almeno arrivare fino dalle caprette tibetane. Ne trovo tre che se ne stanno su due zampe mentre cercano di afferrare le foglie di un mastodontico fico.

Il santuario delle Grazie e l’Ostaja da U Santu

Fra un po’ comincia lo spettacolo giù nel teatro e neanche questa volta riesco a salire fino al santuario delle Grazie, noto come san Nicolò, dove ci sono le tombe di famiglia, compresa quella della Duchessa di Galliera.

Lì vicino c’è la mitica Ostaia da U Santu, sono anni che voglio tornarci, il cibo pare ancora buonissimo. È lì a due passi, ma sarà per un’altra volta. Scendendo dalla valle dei daini, a destra, sembra di camminare quasi sul mare, con Voltri che da quassù è bellissima.

Ma chi era la Duchessa di Galliera?

Ebbene: la sua non è stata una vita felice. Ricchissima, grande benefattrice, con possedimenti e ben di dio per ogni dove, la Duchessa di Galliera è stata una donna sfortunata e incapace di far fronte alle sue sfortune. Se la prima figlia morì a quattro mesi, il secondo figlio Andrea non superò i sedici anni.

Però poi trascurò l’unico figlio che sopravvisse, Filippo. In un quadro volle essere dipinta con in braccio il piccolo Filippo mentre guarda, con lo sguardo afflitto, il busto in gesso del figlio morto. Forse non è un caso che Filippo, una volta cresciuto, rinunciò all’eredità e al cognome, unendosi ai rivoluzionari francesi.

«Anche i ricchi piangono», dice Cesare, sempre presente in tutte queste mie avventure, mentre ci avviamo con Laura Sicignano verso il ristorante da Lillo, che vi consiglio per le acciughe fritte, dopo aver visto uno spettacolo proprio sulla Duchessa scritto e diretto da Laura Sicignano.

Ebbene, anche i ricchi piangono, con tutta la bellezza e la ricchezza che ha sempre avuto intorno la Duchessa di Galliera, non ha passato una bella vita. Ma ha lasciato tante cose ai genovesi, tra cui l’Ospedale Galliera e questo parco un tempo inaccessibile ai più, ora patrimonio di tutti. Prendiamocene cura!

Dopo la pubblicazione di questo reportage, nella primavera del 2017, Gli amici di villa Duchessa di Galliera mi fanno sapere che a differenza di Villa Pallavicini a Pegli, qui nel parco di Voltri non c’è una gestione privata. Quindi la situazione è molto più complessa e difficile. E che le criticità che metto in evidenza sono più difficili da risolvere.

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