È morta a Stoccolma, domenica, l’attrice Bibi Andersson, protagonista cult di ben 13 film di Ingmar Bergman. Aveva 83 anni. Nel corso della sua lunga carriera – aveva debuttato a 14 anni – ha anche lavorato, con John Huston e Robert Altman e con i nostri Alberto Sordi e Marco Bellocchio. L’ho incontrata dieci anni fa e ne ho ancora un ricordo vivido. E qui ve lo racconto.
Un pellegrinaggio in Svezia sulle tracce di Bergman
Se si è trascorsa un’adolescenza tormentata a trastullarsi la mente con i film di Ingmar Bergman – com’è successo al mio compagno Cesare Viel – allora può sembrare un segno del destino incontrare per caso l’attrice cult Bibi Andersson il giorno che si mette piede in Svezia per la prima volta.
Ed è ancora più stupefacente se si è partiti con l’intenzione di fare del viaggio in Svezia un pellegrinaggio alla ricerca delle atmosfere cupe e intense del regista, visitando anche Fårö, l’isola sul mar Baltico, dove Bergman ha scelto di vivere e girare molte delle sue pellicole.
Una serata davvero speciale
Ed ecco che arriviamo all’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma, dove siamo ospiti della foresteria in un bell’edificio progettato da Gio Ponti nel 1958. Il responsabile Raffaele Pentangelo ci mette subito al corrente che fra due ore ci sarà una videoperformance dedicata a Ingmar Bergman, presente tra la folta lista di invitati anche la mitica Bibi Andersson. Tra gli altri ospiti, Lia Boysen, protagonista del film Racconti da Stoccolma e i nipoti di Nykvist, direttore della fotografia. Un successo per l’Istituto.
Ci scorrono davanti le scene salienti dei film con Bibi Andersson
«Dovete dimenticare la logica verbale e abbandonarvi al flusso dei suoni e delle immagini. Perdere la dimensione del tempo», l’unico timido consiglio di Rocca, l’autore, prima della videoperformance. Ed ecco apparire frammenti di Persona, un film complesso che racconta una relazione tra due donne, Bibi e Liv Ullmann. Scene intime al rallentatore, sguardi allucinati, paesaggi che sembrano dipinti in movimento, gli attori colti in momenti di forte intensità emotiva, sguardi pieni di disperazione, intensità amorosa, noia, rabbia, libido.
Bibi e Liv sulla spiaggia di Fårö
Ecco di nuovo Bibi e Liv che corrono sulla spiaggia di Fårö. E poi immagini da altri film, tra cui Come in uno specchio, Il rito, Un mondo di marionette, Il silenzio. Un omaggio agli attori e soprattutto alle attrici di Bergman, ai loro straordinari volti ed espressioni. Come se il regista svedese avesse voluto catturare sulla pellicola tutti i sentimenti umani, dalla perplessità alla paura, dal dolore alla malinconia, dalla tristezza alla gioia. E l’uso sapiente delle luci di Nykvist ben rivela l’intuizione onirica del regista.
Come l’avrà presa Bibi Andersson?
Quando si riaccendono le luci in sala, tutti sono in attesa del responso di Bibi. Come l’avrà presa? Si sarà arrabbiata? Proprio lei che è stata tra le prime attrici a lavorare con Bergman e che, da giovanissima, ha convissuto con lui.
Pentangelo la invita a dire la sua: «All’inizio ero irritata, perché prendere dei film già fatti e rimontarli? Ma alla fine ne sono stata sedotta. Voglio ringraziare l’artista. È un lavoro sorprendente», esordisce Bibi e tutti tirano il fiato.
Rocca è felice, ha passato una delle giornate più difficili della sua carriera, ma ce l’ha fatta a convincere Bibi: l’attrice si intrattiene fino a tarda notte alla cena organizzata dall’Istituto, nonostante la mattina dopo debba partire per Cannes.
Chi conosco a Stoccolma?
Ma le combinazioni magiche non finiscono qui: mentre sto scrivendo questo articolo nella Biblioteca dell’Istituto, la responsabile mi chiede se sono Laura Guglielmi o un’omonima, e allora scopro che si chiama Laura Orsi, vive da 14 anni in Svezia, ed è una vecchia amica e fan di mentelocale.it. Originaria di Genova, costantemente collegata da Stoccolma, è iscritta alla nostra newsletter e cura il sito di Fausto Paravidino: «mentelocale mi aiuta a restare in contatto con le mie radici», e mi racconta della sua nostalgia per Genova, mentre riordina i libri della biblioteca.
Che libro leggo?
Aggiungo che qui ho finalmente trovato il tempo per leggere Bisogno di libertà dello scrittore svedese Bjorn Larsson, una cara persona che incontravo spesso in Italia al Premio Grinzane Cavour, un libro che mi ha tenuta sveglia la notte passata, un buon viatico per la scoperta di questo Paese, patria della socialdemocrazia e del welfare.
Da Stoccolma per il momento è tutto, scusate se è poco.
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Aggiornamento del reportage pubblicato per la prima volta su mentelocale il 21 agosto 2008
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