Una cosa che non mi è mancata per niente durante la segregazione è stata camminare. A causa dei divieti ho ristretto la mia area ma ho scoperto un mondo nuovo, dedicandomi al trekking urbano. Molassana è stata una delle mie mete e ho fatto tante inaspettate scoperte.
Che percorso scegliere?
Nel periodo che abbiamo alle spalle, mi sono imposta di elaborare alcuni percorsi di trekking urbano a Genova che non varcassero il limite imposto dai vari DCPM e che dalla città portassero su verso le montagne.
L’acquedotto storico della val Bisagno
Così siamo andati a camminare di nuovo lungo lo stupefacente acquedotto storico in val Bisagno, scegliendo di partire dal cimitero Molassana e arrivare vicino al Ponte di Cavassolo, ben attenta a non sforare nel Comune di Bargagli.
L’Acquedotto era per fortuna gremito di gente, come lo stadio durante il derby. O come la spiaggia di Camogli ad agosto. Per fortuna perché andava scoperto questo nostro gioiello, ma il nostro desiderio è camminare stando larghi.
Scopriamo l’AQ2, un sentiero davvero speciale
Abbiamo quindi inforcato il primo viottolo mal messo in salita. Ci era già successo di farlo ed è stata una bellissima esperienza. Come la volta precedente, ci siamo ritrovati in paradiso, poca gente, poi più nessuno. Il sentiero, all’inizio poco attraente, come tutte le cose a Genova, invece nel tratto successivo è molto ben tenuto dal Cai. Scopriamo che si chiama AQ2. Leggo su internet che questo itinerario si lascia alle spalle i soffocanti condominii e le belle ville della villeggiatura di un tempo e sale verso Creto. Fa al caso nostro e proseguiamo.
L’Ostaja do Castellusso
Attraverso la boscaglia arriviamo fino ai ruderi di un’antica osteria, ripulita dai volontari del Cai, l’Ostaja Do Castellusso.
Un cartello spiega che ha chiuso i battenti negli anni Sessanta. Quando in zona non abitava più nessuno, era frequentata da chi andava per boschi a raccogliere legna per la stufa o erba per i conigli. Chiudo gli occhi, e mi immagino seduta su un tavolaccio di legno, mentre le trofie al pesto mi si sciolgono in bocca.
Approdiamo a Cartagenova
Tra le ombre degli alberi scopro che c’è un sentiero: conduce a un paesino lì sotto. Ed eccoci in un posto con un nome davvero originale, Cartagenova, un luogo remoto, sopra Molassana. Dovunque ti giri Genova ti offre sempre luoghi inaspettati.
Al telefono con i nostri amici di Berlino, Michael e Petra, attraversiamo il borgo tagliando per una crêuza e ispezioniamo ogni angolo del paese, esiste anche una via che si chiama Luvega – vuol dire posto umido ma in bocca a un genovese sa di mugugno – e scoppiamo a ridere.
Proseguendo sulla strada asfaltata torniamo all’auto, che abbiamo posteggiato vicino al cimitero di Molassana.
Terre Rosse, Castelluzzo: vi pare poco?
Un giorno mi viene in mente di tornare a Cartagenova, riprendere il sentiero verso l’osteria e proseguire per l’AQ2 verso Creto.
Partiamo come spesso accade nel pomeriggio e, giunti in quel luogo corroso dal tempo, prima di continuare in salita, diamo retta ad un cartello che ci indica una deviazione verso Terre Rosse, specie di calanchi color vinaccia, e Castelluzzo, un antico avamposto difensivo del X secolo, sommerso dalla boscaglia. Edificato per difendersi dai saraceni fu anche proprietà dei Fieschi, che dalla Fontanabuona avevano allargato fino a qui la loro sfera d’influenza. Mi raccomando dovete essere camminatori esperti, per raggiungere Castelluzzo.
Tornando all’antica osteria, saliamo a destra verso Creto, per un sentiero lindo che odora di sudore e di fatica per i tanti che nei secoli lo hanno percorso con sacchi zeppi di sale o altri prodotti sulla schiena.
La croce di san Siro e la val Bisagno ai nostri piedi
Il sentiero sembra sia stato appena costruito da quanto sono ben tenuti alcuni tratti, con scalini puliti e muretti a secco (vedi foto in apertura con Cesare). Arriviamo fino alla croce di san Siro (500 metri sul livello del mare), dove c’è anche una piccola cappella, la val Bisagno laggiù in fondo è solo un lontano ricordo.
È una giornata un po’ luvega e il panorama, benché bello, è immerso nella foschia.
Di fronte a noi si staglia la sagoma del Forte Diamante, dove per l’ultimo sabato non possiamo andare perché è nel comune di Sant’Olcese.
Grazie ai divieti, però, abbiamo scoperto luoghi densi di stratificazioni storiche che non conoscevamo e mai avremmo conosciuto.
Bè, c’è qualcosa però che mi manca sul serio
Se il trekking quindi non mi è mancato, ho invece avuto molta nostalgia delle cene con gli amici, di Sanremo dove vivono mia sorella Antonella e mia zia Giovanna, e soprattutto di visitare i dintorni, sconfinare nelle altre province e nelle altre regioni, travalicare in altre nazioni o continenti.
Bè almeno mi sono consolata per non aver messo più piede nei locali con la musica troppo alta, per non essermi imbattuta in code autostradali, e per non aver incontrato sul mio percorso persone che ce l’hanno con il mondo. Se ci fai attenzione, trovi sempre qualcosa che vale veramente la pena.
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Qui le foto del resto dell’itinerario: dopo San Siro, Colla del Canile e Creto, si arriva al bellissimo sentiero dell’acquedotto di val Noci e a Castello di Pino.
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Qui il sentiero AQ2 descritto nei dettagli
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Il sentiero è escursionistico: E
Richiede un certo senso dell’orientamento, come pure una certa esperienza e conoscenza dell’ambiente alpino, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati. È il tipo di sentiero maggiormente presente sul territorio e più frequentato e rappresenta il 75% degli itinerari dell’intera rete sentieristica organizzata.
Ulteriori info sulla classificazione dei sentieri.
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Se volete, qui ci sono altri miei reportage, sul trekking urbano a Genova. Vedo che li state leggendo molto in questo periodo.
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Qui alcuni consigli su come elaborare un percorso di trekking urbano dentro i confini cittadini: ho lavorato con Open Street Map di wiki ma soprattutto, per quanto riguarda i confini, su questo sito come mi ha suggerito il gentile Andrea Loleo, membro del gruppo Alta via dei Monti Liguri a Tappe, ben gestito dall’amico Salvatore Marino. Scorrendo tutti i commenti al post si trovano tanti suggerimenti di Loleo per come elaborare itinerari all’interno dei comuni. Bisogna lavoraci un po’.
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