Il 28 dicembre ricevo una mail da Kate e Hans, scritta nel loro buffo italiano: «Viva la Riviera di Levante. Siamo tornati per dieci giorni a Moneglia, partenza per Ginevra il 5 gennaio. Se vi lo fa, sarebbe in gamba incontravi qualche parte in Liguria e fare un giro, che sia in natura, in città o qualche cosa di culturale».

A piedi da Moneglia a Deiva Marina

Una bella sorpresa, subito mi viene in mente questa coppia di svizzeri, giusto un anno fa li avevamo conosciuti dopo esserci inerpicati su per un sentiero che da Moneglia porta a Deiva Marina, nella Liguria di Levante. Un itinerario molto bello, però all’inizio del percorso un cartello avvisava che era chiuso a causa di una frana. Ma noi quattro impavidi lo abbiamo percorso lo stesso. Non ci è parso pericoloso, ad ogni modo informatevi, che il territorio ligure è fragile e soggetto a continui smottamenti.

Stavamo andando a Deiva e loro a Moneglia. E ci siamo piaciuti. Poi ci siamo rivisti verso sera in un locale sul mare di Moneglia e abbiamo preso l’aperitivo insieme, chiacchierando piacevolmente. Ed ecco che all’inizio di quest’anno, mi mandano la mail che avete appena letto. Poi ci telefonano e ci invitano a mangiare a Moneglia al ristorante “Amici della piazzetta”.

Così mi sono detta perché non parlarvi di questo lungo percorso a piedi che ho fatto all’inizio dell’anno scorso in 5 tappe? Avevo scattato tante foto, che forse sono più eloquenti delle mie parole: guardate anche la fotogallery. I sentieri che da Sestri Levante portano a Bonassola e oltre non hanno niente da invidiare a quelli delle Cinque Terre e ora vi spiego perché.

Le amiche milanesi di Riva Trigoso

Alloggiavamo a Riva Trigoso a casa di due care amiche milanesi, di cui ho già parlato: Paola Gagiotti e Monica Roberto. A Moneglia ha una casa un altro milanese, Maurizio Brigatti, un caro amico mattacchione, seguitelo su Facebook, fa spassosi post dove racconta anche per immagini i tantissimi sentieri del Levante Ligure che batte con le sue scarpe da trekking.

Da Riva Trigoso a Levanto

Il quattro gennaio abbiamo camminato da Riva Trigoso a Moneglia, passando dalla cima del monte omonimo. Il cinque da Moneglia a Deiva, mentre il sei da Deiva a Framura. Poi siamo tornati in Riviera il 24 gennaio e abbiamo raggiunto Bonassola da Framura.

FramuraLevanto l’abbiamo poi fatta anni dopo la stesura di questo articolo, da Bonassola il sentiero è più antropizzato, mentre Levanto – Monterosso l’ho fatto tanti anni fa, guarda caso con due amici berlinesi.

Se Deiva non è poi tanto bella con i suoi condomini moderni – anche se Silvia Podestà mi fa notare che Deiva Borgo non è male per niente – Framura ripaga di ogni fatica, così come il sentiero tra i due comuni, forse uno dei più belli. Per muoversi a piedi o in bici tra Levanto-Bonassola-Framura c’è anche la pista ciclabile in pianura sulla costa, che per lunghi tratti è in galleria. Si può anche seguire il Sentiero Liguria, che comprende alcuni di questi itinerari.

Panorami straordinari

Ebbene la natura in questi percorsi è stupefacente, rigogliosa, la macchia mediterranea è commovente e i dirupi a picco sul mare lasciano senza fiato. I paesi non sono tutti così suggestivi come quelli della Cinque Terre, ma i sentieri e la natura selvaggia non hanno niente da invidiare. E poi, c’è molta meno gente che li percorre anche perché sono meno famosi. Niente cinesi o coreani in fila.

Beh anche alle Cinque Terre si riescono ancora a trovare angoli incantati e appartati. Sembrano usciti fuori da un poesia di Montale, come Monesteroli, di cui ho già parlato.

Il mondo visto da lassù

Rimango sempre senza parole quando percorro a piedi le vallate e le colline impervie che dividono i paesini costieri del Levante ligure, la sensazione di allontanarti dalle case, attraversando gli orti e le zone coltivate, per arrivare in alto e vedere i borghi da lassù, chiusi nelle loro piccole baie, per poi ridiscendere e vivere le stesse emozioni, avvicinandoti di nuovo alla costa. Nelle giornate terse, e d’inverno non sono poche, una volta raggiunta un’altura, lo sguardo spazia da Levante a Ponente per decine di chilometri e incontra promontori che si susseguono uno dietro l’altro, proteggendo i piccoli golfi. Non è raro incontrare alberi di corbezzoli, che si possono cogliere e mangiare. Tante le piccole chiese, le torri o le casette in pietra, sui diversi sentieri.

Mi viene spesso in mente Montale:

Riviere,
bastano pochi stocchi d’erbaspada
penduli da un ciglione
sul delirio del mare;
o due camelie pallide
nei giardini deserti,
e un eucalipto biondo che si tuffi
tra sfrusci e pazzi voli
nella luce;
ed ecco che in un attimo
invisibili fili a me si asserpano,
farfalla in una ragna
di fremiti d’olivi, di sguardi di girasoli.
Eugenio Montale

Qualche info

La segnaletica è in buono stato quasi dappertutto. I panorami sono unici e spesso si possono vedere i profili dei monti dell’Alta Via, il famoso itinerario che collega Sarzana a Ventimiglia, lungo più di 400 chilometri.

Per tornare indietro si può prendere il treno oppure in molti chiedono un passaggio appena fuori dalle caratteristiche gallerie che collegano Deiva a Moneglia e Moneglia a Riva Trigoso. Le macchine sostano a lungo all’imbocco del tunnel in attesa del verde e, in quel momento, si può parlare con i guidatori.

D’inverno questi luoghi, con poca gente, ti fanno vivere l’emozione di essere in un posto remoto, quasi alla fine del mondo. Silenzio dappertutto, e se c’è bel tempo è davvero speciale essere qui.

Montaretto, da non lasciarsela scappare

Visitate anche Montaretto tra Framura e Bonassola: le sovrasta tutte e due. Fate un salto alla Casa del Popolo, un luogo antico, un landmark direbbero gli americani: «Nacque nel Dopoguerra, l’idea di 12 compagni del borgo di costruire un posto dove tutti i giovani e meno giovani potessero finalmente ballare e fare feste, ma anche dove si potesse leggere e commentare l’Unità, dove poter discutere di quello che avviene nel mondo», racconta Pippo.

Se dopo un anno, con tutte le cose che ho combinato nel frattempo, i sentieri che ho percorso, i viaggi che ho fatto, le cose che ho scritto ne ho ancora un ricordo così nitido, credo che sia veramente una fetta di Liguria del tutto eccezionale.

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Pubblicato per la prima volta il 18 gennaio 2017 su mentelocale.it

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