A quattro anni del matrimonio di Carla Peirolero ed Enrico Campanati ripubblico le interviste, dove i due attori genovesi raccontano la loro coppia, il vivere insieme, un lungo connubio tra artisti.

Ho scelto di fare questo gesto per ricordare quanto il mondo del teatro e della cultura siano in crisi in questo terribile momento e di come necessiti interventi molto più concreti da parte del governo.

18 dicembre 2016

Carla Peirolero ed Enrico Campanati si sposano il 18 dicembre del 2016. Una coppia genovese presente sulle scene teatrali da più di trent’anni. Lei, ideatrice del Suq, lui attore di punta del Teatro della Tosse. Con tanti e tante fan, forse più lui per il fatto che il brizzolato nell’uomo sta bene. Ahimè, cambieranno le cose prima o poi. Anche se Carla non scherza. Con il suo Suq ormai raccoglie consensi nazionali. «Le sue fan possono stare tranquille – scherza Carla – Io mi sposo con Enrico Valenti, che è il suo vero nome. E rimango l’amante di Enrico Campanati. Quindi …»

Non sono tante le persone che conoscono la loro relazione, infatti molti si stupiranno di questa notizia. E invece stanno insieme da vent’anni: «Siamo indipendenti l’uno dall’altra – spiega Carla – non ci presentiamo mai come coppia. Sia professionalmente, sia nella vita». Infatti se le persone pensano a Carla, non pensano anche a Enrico, e viceversa. Credo che questa sia una formula sana, le coppie così impostate hanno vita più lunga.

Il matrimonio a San Benedetto al Porto

Per arrivare a casa loro una ripida crêuza, ora siamo seduti al tavolo con la tavola imbandita, polpettone di fagiolini, torta con le bietole, formaggette. Sono nel mio. Parlano per un attimo dei preparativi per domenica. Di Lilli, la gran cuoca e anima della comunità San Benedetto al Porto. La cerimonia sarà proprio lì alle 17.30 del 18 dicembre e verrà celebrata da don Federico Rebora e don Gianni Grondona. Non poteva mancare la musica, con Giampiero e Roberta Alloisio e Laura Parodi. «Solo in questa chiesa potevamo sposarci – mi spiega Carla – Sono diventata amica di Don Gallo in un momento di forte crisi. Ci eravamo lasciati con Enrico. Mi ha riavvicinato alla figura di Gesù e ai suoi insegnamenti». Carla e Enrico avevano già deciso di sposarsi tre anni fa, avrebbe officiato la cerimonia proprio Don Gallo, ma è morto qualche mese prima e così hanno rimandato.

Enrico Campanati: con Carla ci siamo completati

«Qualcuno commenterà: ecco che Campanati si sposa perché è diventato un ravatto – scherza lui. Poi si fa serio, fissa il tronchetto della felicità, che si arrampica fino al soffitto e continua: «Sono più di vent’anni che stiamo assieme, abbiamo attraversato tanti momenti difficili. Pensando alla storia con Carla, mi viene spesso in mente La costruzione di un amore di Ivano Fossati». Spezza le vene delle mani/mescola il sangue col sudore/se te ne rimane. «L’incontro tra un uomo e una donna è anche uno scontro, la dialettica ti fa crescere. Alcune cose che a me mancavano e che ho trovato in Carla mi hanno completato».

Ma perché sposarsi, non andava bene così?

«I miei genitori si sono potuti sposare solo dopo la legge sul divorzio. Hanno convissuto per anni – racconta Enrico – Per me il vincolo con Carla c’è anche così, è bello scegliersi tutti i giorni. Però da un po’ mi è venuta voglia di mettere in sicurezza il nostro rapporto, dall’eredità al fatto che se uno dei due dovesse subire un trapianto l’altro non ha voce in capitolo».

Come fanno due attori a stare insieme?, mica è una cosa facile.

«Per niente, siamo entrambi egocentrici. Sentiamo la precarietà, abbiamo chiaro il senso del fallimento. Anche se poi siamo stati fortunati e abbiamo lavorato sempre», mi risponde Enrico. «Noi attori siamo fragili, emotivi. Lavoriamo con i sentimenti. Siamo impulsivi», spiega Carla.

Cosa raccontiamo alle tue fan, Enrico?

Arrossisce, mi è già capitato un’altra volta, quando l’ho intervistato per un video sulla loro famiglia allargata (la musica purtroppo non si sente ma le interviste), alla quale appartengono, tra gli altri, Renato Carpi, padre di Eleonora, l’unica figlia di Carla. Poi la scrittrice Emilia Marasco, moglie di Carpi e mamma di Andrea, Zene e Tilau. In quel caso Enrico si era imbarazzato, proprio come ora, a dimostrazione di quello che mi hanno appena detto, gli attori sono fragili.

«Mi fa piacere essere corteggiato. Però voglio dire alle mie fan che nella vita sono un po’ diverso che in teatro. E che ci vuole tanta pazienza a stare con me. Non sono tutte rose e fiori, come sul palcoscenico». E Carla allora mi racconta il loro primo incontro, era il 1982, lei studiava ancora all’Accademia dello Stabile e hanno entrambi lavorato nello spettacolo È arrivato un bastimento… per la regia di Tonino Conte e Giorgio Gallione: «Subito mi sono accorta del grande talento di attore di Enrico, però anche che era un gran rompiballe. Doveva maneggiare un grande burattino di Pulcinella, pieno di kapok. E gli è scoppiata un’allergia. Me lo ricordo ancora in camerino con l’aerosol».

Quanto Carla ed Enrico si sono messi assieme, Eleonora aveva sette anni. Ora è una donna bella e intelligente, che studia teatro-danza a Londra: «È stata una paternità indiretta – racconta Enrico – È una grande fortuna per me che non avevo figli. 

Eleonora è un po’ la seconda donna della mia vita. Mi ricordo con gioia le nostre passeggiate nelle Dolomiti, quando la tenevo per mano da piccola. Momenti intensi. E poi sono fiero che abbia ascoltato i miei consigli, quando doveva decidere che studi fare». «Renato Carpi, comunque, è stato un padre sempre molto presente», ribadisce Carla.

Auguri Carla, auguri Enrico. Domenica ci sarà senz’altro anche Don Gallo, che si sporgerà dalla sua nuvoletta, per godersi da quella balconata il vostro matrimonio. Chissà che cosa avrebbe detto su tutto quello che è successo nel mondo in questi ultimi anni. Sentiremo tutti la sua presenza, domenica. E chissà non si faccia vedere davvero. Ne sarebbe capace.

Foto Alessio Ursida

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