Tante sono le immagini che mi vengono in mente quando penso a Eva Mameli. Tutte stimolate dalla lettura approfondita dei testi di suo figlio, Italo Calvino. La vedo curva al microscopio, nel laboratorio di villa Meridiana, allora Stazione Sperimentale per la Floricoltura di Sanremo (nella foto in apertura il guardino oggi), che era anche residenza di famiglia. La vedo tra le sue piante, serena, che le accarezza e le odora. Me la immagino china tra i suoi fogli a catalogare le specie vegetali.
Un’ossessione classificatoria che trasmette al figlio scrittore: nei suoi testi Italo è spesso mosso dall’ansia di catalogare il mondo, dopo averlo analizzato attraverso il microscopio della mente.